Congruenza linguistica
protosarda ed etrusca
In Sardegna, nella sua zona centrale di Mores, Padria, Bonorva,
Benetutti, Bono, Silanus, Norbello, Busachi e Samugheo, in occasione
delle feste religiose e dei matrimoni, è tuttora in uso il cosiddetto tzicchi (tzikki), pane de ~ «pane di fior di farina».
In primo luogo c’è da precisare che per tzicchi si intendono numerose varietà di pane, tutte di «fior
di farina», ma di forme assai differenti da paese a paese e pure di
impasto e di cottura. Spesso presentano disegni floreali oppure sono
lavorati con figure di uccelli. Talvolta presentano la rosella solare
fatta con la cosiddetta “pintadera” oppure il nome del panettiere fatti
con timbri di legno.
A pensarci bene, ciò che accomuna queste varie forme di tzicchi
è il fatto che tutte vengono preparate in occasione delle feste, dunque
tutte come «pane delle feste». Anche se ormai si trovano tutti giorni
nei supermercati.
Del pane tzicchi aveva già parlato Max Leopold Wagner nel suo Dizionario Etimologico Sardo (DES II 589), ma senza prospettare alcuna etimologia del vocabolo.
Sia nel mio Dizionario della Lingua Sarda (Cagliari 2000) sia nella sua nuova edizione intitolata Nuovo Vocabolario della Lingua Sarda (Selargius, CA, 2014, ormai anche in edizione digitale) io avevo riportato l’appellativo sardo probabilmente al franc.-ital. chic «fine, di lusso, di stile». Senonché mi sono accorto di avere sbagliato per due motivi: I) Essendo certamente il franc.-ital. chic
un cultismo, esso sarebbe conosciuto e diffuso dappertutto nell’Isola e
particolarmente nelle città e cittadine, mentre di fatto esso risulta
documentato solamente in una zona limitata dell’Isola; II) Questo
cultismo avrebbe dato origine, soprattutto nella sua parte finale, a
varianti in rapporto alle diverse località isolane; il che invece non
si constata per nulla.
Ciò premesso decido di ritornare ad una mia tesi originaria, che avevo pubblicizzato in precedenza nella mia opera Origine e Parentela dei Sardi e degli Etruschi (Sassari 1995), pgg. 231-232).
Io torno a connettere il (proto)sardo tzikki con gli etruschi ZIC, ZIK, ZIX «segno, disegno, pittura, firma», «scritto» (sost.), «libro»; ZICU, ZIXU «scriba, scrivano»; ZIXAN( probabilmente
«segnano, disegnano, scrivono»; ZIXINA/E forse «segna(no), disegna(no),
indica(no), scrive(ono)»; ZIXNE «segno, disegno, segnale, insegna,
pittura», da confrontare coi lat. signum «segno» (finora di origine incerta; DELL, DEI, DELI) e sigillum «piccolo segno, sigillo» (Orazio, Ep., II, 2, 180 cita i Tyrrhena sigilla
«bronzetti etruschi»); ZIXRI «da segnare, da contrassegnare, da
firmare»; ZIXUNCE «(e) che (tu) segni!, (e) che (tu) scriva!», oppure
«ha segnato, ha scritto»; ZIXUXE «segnò(arono), disegnò(arono),
dipinse(ro), scrisse(ro), firmò(arono); ha(nno) segnato, disegnato,
scritto, dipinto, firmato» (vedi Thesaurus Linguae Etruscae).
La piena e chiara conferma di questa mia tesi viene dal fatto che su pane tikki in alcune località viene detto pane pintau «pane dipinto»!
Massimo Pittau, 2017
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