L'etimologia del lat. CONSUL
L’appellativo lat. consul,-is «console» ha una grandissima
importanza nella intera civiltà e nella lunga storia di Roma, dato che
indicava ciascuno dei due supremi magistrati della Res Publica, preposti a convocare e presiedere le assemblee del Senatus e del Populus (Senatus Populusque Romanus),
detentori del comando militare in guerra, titolari della giurisdizione
penale, eletti annualmente, datavano col proprio nome l’anno in cui
erano in carica.
La questione della etimologia od origine o del significato originario del lat. consul
aveva già dato filo da torcere agli autori latini e ne ha dato pure
parecchio ai linguisti moderni, con la finale ed attuale situazione di
perfetto stallo, ossia di totale indecisione (DELL, AEI, DELI, Etim). Il solo Giovanni Alessio si era avvicinato alla soluzione esatta del problema, ma poi aveva errato deviandone (DEI 1070).
Ebbene, per effetto di una iscrizione etrusca che mi lusingo di
avere debitamente interpretato e tradotto, mi sento di poter
presentare, con questo mio studio, una soluzione del tutto
soddisfacente della questione controversa.
Io dico di interpretare che consul sia da intendere come cum + sul, cioè cum + solium, da cum + sedere,
cioè «compagno di soglio o seggio» e quindi «collega» (la magistratura
infatti era “collegiale”, dato che prevedeva due “colleghi”).
I due consoli infatti “sedevano” insieme nel consilium (e sulla sella curulis) (ancora da cum + sedere) e consultavano il Senato (Senatum consulĕre). Ed ovviamente anche consilium va interpretato come con + solium e quindi come «consesso».
L’altro verbo che ne è derivato lat. consulari «consolare,
confortare», con la mia predetta spiegazione, va spiegato propriamente
come «stare vicino al compagno o collega che soffre».
L’altro appellativo similare lat. praesul,-is io lo interpreto propriamente come prae + sul = «che sta o siede prima, che siede più in alto, che presiede».
Però molto probabilmente è intervenuta a carico del lat. praesul la paretimologia o etimologia popolare che ha mutato la originaria base lat. sedere «sedere», nell’altra lat. salire «saltare». E si è interpretato che praesul fosse il primo dei sacerdoti di Marte chiamati Salii, che li precedeva nella loro “marcia fatta a salti” (cfr. Cicerone, Div.
1.30; il fatto che non fosse stata mai contestata dimostra che questa
interpretazione di Cicerone fu accettata in maniera unanime).
Ed infatti probabilmente è intervenuta la medesima etimologia
popolare anche a carico dell’altro verbo strettamente connesso lat. consultare, come fa intendere l’inserzione della consonante /t/ (consulere, consulari/consultare).
Pertanto io rovescio la direzione del rapporto fra i due appellativi latini similari: è consul che spiega praesul, non il contrario.
Infine, è possibile ora spiegare alla perfezione anche l’altro appellativo similare lat. exsul, exul,-is «esule», da ex solium = «fuori seggio, fuori sede». Anche su questo appellativo, assieme col derivato exsilium «esilio», c’era finora totale incertezza tra i linguisti, anche perché era intervenuta ancora da Cicerone (Parad. 4, 2, 31) un’altra paretimologia fra solium «seggio» e solum «suolo» (DELL, DEI, AEI, DELI, Etim).
E adesso presento la iscrizione etrusca, che mi ha dato la spinta
iniziale per intravedere e formulare la predetta etimologia del lat. consul (vedi Thesaurus Linguae Etruscae, Pisa, 2009, II edizione, pgg. 106, 317): (ET, Fa 1.6 – arc; su tegola sepolcrale posta dalla moglie o dai figli) mi cusul puiunal «io (ero) il preposto seppellitore» o “l’addetto alle sepolture”.
Nella quale iscrizione io connetto l’etr. cusul con gli arcaici lat. consol, cosol (CIL I², 7, 8; ThLL III 562, 27 sgg.; DELL 138) e dopo connetto puiunal con puiu (ThLE²) significato del tutto compatibile col contesto «fosso, fossa, fossa mortuaria», da confrontare col lat. fovea «fossa, buca», che è di quasi certa origine etrusca (alternanza P/F; suffisso -EA; LLE, norme 3, 14) (DELL; Ernout 45) ed inoltre col (proto)sardo poja, poju, pógiu, posu, pozu, pou «fosso pieno d'acqua, pozza di fiume, tonfano»; pojola, pojonca «pozza, pozzanghera», pojolu «piccolo fosso», «fossetta iugulare» (NVLS).
Dunque, mentre anche io sono solito tentare di spiegare lessemi
etruschi anche con lessemi latini, in questo caso ho proceduto
inversamente: ho spiegato un lessema latino con uno etrusco.
Massimo Pittau, 2017
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