TERTENIA / TYRSENIA
«terra dei Tirseni/Tirreni»


L’appellativo tyrsis, tyrris, turris «torre» ci è arrivato scritto in veste greca e in quella latina, ma sia Dionigi di Alicarnasso (I, XXVI, 2) sia lo scrittore bizantino Tzetzes (Lycophr., Alex. 717) ci dicono che era un vocabolo etrusco. D’altronde l’etnico che ne è derivato Tyrsenói, Tyrrenói «Tirseni, Tirreni» era il vocabolo con cui unanimemente gli antichi Greci chiamavano gli Etruschi. E lo stesso etnico latino Tusci ed Etrusci in realtà non è altro che lo svolgimento di Tyrsenói, Tyrrenói, ma con un differente suffisso, secondo la trafila Turs-ci, E-Trus-ci (cfr. M. Pittau, Dizionario della Lingua Etrusca, Sassari 2005, Libreria Koinè, pag. 419).
D’altra parte è un fatto che l’autorevole geografo e storico greco Strabone (V, 2, 7), parlando degli abitanti indigeni della Sardegna, dice esplicitamente che «erano Tirreni». Questa notizia trova una forte e chiara conferma nel significato dell’etnico Tyrsenói, Tyrrenói, che gli antichi ed anche quasi tutti i linguisti moderni interpretano come «costruttori di torri». E questa era una denominazione che, in tutto il bacino del Mediterraneo antico, non si adattava a nessun altro popolo meglio che ai Sardi Nuragici, quelli che hanno costruito più di 6 mila “torri nuragiche”, moltissime delle quali ancora nel presente contribuiscono a caratterizzare il paesaggio della Sardegna. Anzi in origine i veri e propri Tyrsenói, Tyrrenói erano appunto i Sardi Nuragici e solamente in seguito la denominazione passò anche agli Etruschi della Toscana e del Lazio settentrionale, in virtù della comune origine dei Nuragici e degli Etruschi dalla Lidia, in Asia Minore, e della loro stretta parentela.
Gli antichi autori greci chiamavano l’Etruria Tyrsenía, Tyrrenía (Erodoto, Platone, Aristotele e altri); però è un fatto che Stefano da Bisanzio chiama anche la Sardegna Tyrsenía quando, parlando delle Baleari o Gimnesie, le definisce «isole tirreniche» e «isole attorno alla Tirsenia» (perì ten Tyrsenían). In questo passo è evidente che la parola Tyrsenía adoperata da Stefano da Bisanzio si riferiva alla vicina Sardegna e nient’affatto alla lontana Toscana (cfr. M. Pittau, Storia dei Sardi Nuragici, Selargius, 2005, pag. 90).
Tutto ciò premesso, diciamo che questa antica denominazione greca della Sardegna viene confermata in maniera stringente, chiara e perfino stupefacente dal nome del paese dell’Ogliastra meridionale Tertenía, che noi interpretiamo essere nient’altro che lo svolgimento dell’antico toponimo Tyrsenía, da intendersi come «città dei Tirseni o Tirreni», cioè «città dei costruttori dei nuraghi».
Noi riteniamo pure che sia fondata la tradizione popolare secondo cui il paese di Tertenia in origine era sulla costa del Mar Tirreno, nella zona di San Giovanni di Sarrala e che sia stato spostato verso l’interno nell’Alto Medioevo, allo scopo di sfuggire alle continue e feroci incursioni dei pirati saraceni. Tyrsenía/Tertenía sarà stata sulla costa di quello che già in antico si chiamava «Mare Tirreno» (Tyrrenikòn pélagos), il quale, per le considerazioni su espresse, in effetti significava «Mare Nuragico», cioè mare percorso e dominato dai “costruttori delle torri nuragiche”.
La più antica attestazione del paese di Tertenia che siamo riusciti a rintracciare, si trova negli elenchi delle Rendite pisane nel Giudicato di Cagliari agli inizi del secolo XIV (Artizzu, 71): Villa Tertenie. Il paese poi è citato nella Chorographia Sardiniae (220.11) di Giovanni Francesco Fara (anni 1580-1589) come oppidum Tertaniae della diocesi di Suelli.

Massimo Pittau


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