Norbello (dizione locale Norghiddo, Norbiddo, Nurghiddo/u) (villaggio dell'Altipiano di Abbasanta in provincia di Oristano). L’abitante Norghiddesu.
È, questo, uno degli esempi più evidenti e più gravi della sopraffazione culturale che la Sardegna ha subìto da parte dei dominatori di turno: Pisani, Genovesi, Catalani, Spagnoli, Piemontesi, e - bisogna purtroppo riconoscerlo - anche da parte dei Sardi acculturati da quei dominatori: la "traduzione" dell'originario Norghíddo nell'odierno Norbello è errata, fuorviante e perfino ridicola, dato che il nostro toponimo molto probabilmente è la forma diminutiva del vocabolo nuraghe, cioè *nuraghiddu, e pertanto significa «nuraghetto, piccolo nuraghe».
Oppure in via subordinata si può prospettare un’altra origine per il nostro toponimo: esso potrebbe essere la forma diminutiva del vocabolo mufrone, muvrone, murvone, murvôi, murgone, mulgone «muflone», femm. mufra, muvra, mugra, murga, mulga, múlgula, murva, múrvara, múvara, núrvara «femmina del muflone», significando pertanto «mufloncino». In questa ipotesi il toponimo troverebbe esatto riscontro nell’altro di Bultei: Nurchidda o Norghidda (VSG), che però risulterebbe al femminile, significando «mufloncina».
Qualunque sia la spiegazione esatta del tononimo Norghiddo, Norbiddo, Nurghiddo/u, sarebbe bello ed è auspicabile che il Consiglio Comunale deliberasse di recuperare l’originario ed autentico nome del villaggio!
Il nostro toponimo è citato nella Carta di donazione di Pietro d’Arborea del 18 gennaio 1228 (?) come Nurguillu (CREST XVII 85) e nel Condaghe di Bonarcado (CSMB 126, 173, 174) come Norgillo(s) e Nurghillo ed inoltre nel Codex Diplomaticus Sardiniae (CDS I 839/1) tra i villaggi che sottoscrissero l'atto di pace fra Eleonora d'Arborea e Giovanni d'Aragona del 1388, come Nurgillo. Ed è citato pure nella Chorographia Sardiniae (198.13) di Giovanni Francesco Fara (anni 1580-1589) come oppidum Nurguidi della diocesi di Santa Giusta.