LA DISATTENZIONE di un collega attentissimo
Nell'ultimo
volume LXXI della rivista «Studi Etruschi», (anno 2014, pgg. 11-31)
compare un articolo dell' archeologo Raimondo Zucca intitolato “Un confronto sardo per le tombe con camera a tholos di Populonia della prima età del Ferro?”,
nel quale l'Autore mostra – come al solito – di essere bene informato
di tutta la bibliografia precedente e di essere accurato nell'analisi
dei dati documentari rinvenuti. Egli
conclude il suo studio con questa frase testuale: “Una lunga tradizione
di studi ha evidenziato il ruolo della Sardegna agli albori della prima
età del Ferro nella trasmissione di “know-how” a Populonia e Vetulonia,
in un momento, quello della seconda metà del secolo IX a.C., in cui non
si palesano ancora con chiarezza a Populonia presenze levantine o
euboiche.- Il ruolo della Sardegna potrebbe essere stato determinante
per una precoce diffusione in area populoniese dei saperi metallurgici
legati alla siderurgia, già attestata in Sardegna in fase prefenicia.-
La accertata deposizione di bronzetti nuragici in tombe sarde [evidente
lapsus per “etrusche”]
della prima età del Ferro di varia tipologia suggerisce la possibilità,
già evidenziata da Renato Peroni, che Sardi immigrati nella penisola
italiana potessero proseguire tale rituale nelle nuove sedi, sia in
Etruria, sia in Campania.- In questa prospettiva il recupero antiquario
del possibile monumento funerario a tumulo di Pranu-Sòrgono, con il suo
corredo di bronzetti figurati e di un manico di specchio, forse
riferibile rispettivamente ad ambito maschile e femminile, che dovrebbe
alludere ad una tomba familiare, potrebbe rafforzare l'ipotesi
sostenuta da molti studiosi di una introduzione a Populonia allo
scorcio del IX secolo a. C. della tomba a tholos, con deposizione plurima di inumati, dalla Sardegna della prima età del Ferro”. Ripeto
che anche in questo suo scritto Raimondo Zucca manifesta la assoluta
completezza dei suoi riferimenti bibliografici: li cita tutti gli
studiosi precedenti, che hanno anche semplicemente sfiorato
l'argomento. Uno solamente questa volta ne ha trascurato, il suo
collega dì Università Massimo Pittau, il quale pure aveva pubblicato
sette anni or sono un'intera opera, di 330 pagine, intitolata “Storia
dei Sardi Nuragici” (Domus de Janas edit. Selargius, 2007). Calo di attenzione da parte di Raimondo Zucca, oppure altro?
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