IL LIBER ACHERONTICUS della TABULA CAPUANA
PREMESSA
La Tabula Capuana, fatta con terracotta bruna (cm 62 x 48/49 cm) e detta impropriamente anche Tegula
perché assomiglia lontanamente a una tegola, è stata trovata a Santa
Maria di Capua Vetere, in Campania, nel 1898. Purtroppo non fu
acquisita dal Museo di Napoli perché il suo direttore la ritenne un
falso, mentre fu riconosciuta come autentica e pertanto acquistata da
uno studioso tedesco, Ludwig Pollak. Poco dopo entrò a far parte del
patrimonio del Museo di Berlino, del quale attualmente costituisce uno
dei cimeli più importanti e preziosi.
* * *
Anche a questo documentato, quasi come al Liber Ritualis della Mummia di Zagabria, hanno dedicato parecchia attenzione tutti gli studiosi che si sono interessati ex professo della lingua etrusca, ma con risultati finali di interpretazione e soprattutto di “traduzione” molto deludenti. Certamente la Tabula Capuana è il testo più difficile fra tutti quelli che possediamo della lingua etrusca. A parere dello scrivente le grandi difficioltà di approccio a questo documento dipendono da queste cause concomitanti e convergenti: 1) Il testo non è completo, bensì è parziale e inoltre risulta qua e là guasto. 2) La “interpunzione sillabica” non è sta adoperata dall’antico scriba alla perfezione; circostanza che talvolta rende impossibile una esatta segmentazione o separazione dei vocaboli. 3) Il testo apparteneva a una città, Capua, che certamente conobbe il dominio degli Etruschi, ma che risultava decentrata rispetto all’Etruria propriamente detta, ragion per cui la lingua etrusca che vi risultava parlata e scritta aveva particolarità fonetiche, morfologiche e grafiche non esattamente uguali a quelle delle città dell’Etruria. 4) La Tabula Capuana è uno dei testi etruschi più antichi, per cui presenta usanze fonetiche, morfologiche e anche grafiche non esattamente uguali a quelle più recenti. 5) Il Liber Ritualis della Mummia di Zagabria e la Tabula Capuana
in effetti hanno una identica caratteristica fondamentale: quella di
essere un «calendario cerimoniale», il primo è un «calendario
cerimoniale liturgico», il secondo è un «calendario cerimoniale
funerario». In diretta conseguenza di questo fatto il loro testo
linguistico non appare come intrinsecamente “discorsivo” e come
strettamente “unitario”, ma sembra frantumato o spezzettato, con una
fondamentale caratteristica, quella “suggeritoria o suggestiva” od
“allusiva”, cioè la caratteristica di una semplice “traccia” fatta con
“accenni” rivolti ai sacerdoti e ai fedeli per le operazioni rituali e
cerimoniali e per le preghiere che dovevano effettuare e che essi
conoscevano alla perfezione. Insomma il testo linguistico dei due
importanti documenti della lingua etrusca risulta per noi moderni
grandemente difficile e oscuro perché sembra fatto a “spezzoni”, con la
conseguenza che il significato di uno di questi spezzoni non dipende né
condiziona il significato degli altri spezzoni pur contigui. * * * La bibliografia relativa anche a questo testo è immensa e
praticamente si identifica con buona parte di quella relativa a tutta
la lingua etrusca in generale. Liber Acheronticus della TABULA CAPUANA
TESTO ETRUSCO 1 (------30/40------) VACIL·ILUXU (----7/8----) 5 URIZILEPICAS·RISAV·LASIEI·S·VACIL·LUNAŚIEFACAIX·NAC·FULI 6 NUŚ·NES·VACIL·SAV·CNES·ITNAMULIRIZILEPICAS·RIIANE VACIL·L 7 EΘAM·SUL·S·CUVUNEMAR·ZAC·SACA¦ 8 IŚVEI·TULEILUCVEA·PIRASELEΘAM·SUL·ILUCUCUIES·XUPER·PRICIPEN·A·PIRES· 9 RAC·VANIES·HUΘ·ZUS·LERIΘNAI·TUL·TEI·SNUZAIN·TEHAMAI·ΘICUVEI·S CAΘNIS·F-N 10 I-MAR·ZAIN·TEHAMAI·ΘIITAL·SAC·RIU·TUS·E·CUN·ZAI·ITIAL·XUSCUV·SERIΘNAI·TU 11 L·TEI·CIZUSLEA·CUN·SIRICIMANUN·ΘERIE·Θ·IŚUMAZUSLEVAI·A·PIRENUN·ΘER 12 IA·V·Θ·LEΘ·A·IUM·VACIL·IALEΘAM·SUL·NUN·ΘERIVACIL·IARIΘNAI·TAE·Θ·A·ΘENE 14 E·P·NICEI·NUNΘ·CUCIIEI·TURZAI·RIΘ(---)AE·I·TIIAHAL·X·A·PER·TULEA·PHES·ILU·CUVACI·LZUXN 15 EE·L·FARIΘNAI·TUL TRAI·S·VANEC·CALUS·ZU·LEVAA·TU(--)NEIN·PAVINAI·Θ·ACAS·A·PH 16 ES·CITAR·TIRIACITUR·ZARIΘNAI·TULASNENAZIULAS·TRAVAI·USER·HIVUS·NIΘUS·C·RI 17 ΘNAI·TULAHIVUS·TRAVAIUSER·SNE(--)ZIULAS· 18 IŚVEI·TULEILUC·VEA·N·P(---)ELARUN·S·ILUCUHUX·ŚAN·TIHUŚIAL·XUE·S·XAΘ·CANULIS·MULU· 19 RIZILEZIZ·RIIN·PA (--) AN·A·CAS·RITINIAN·TULELEΘAM·SUL·ILUCUPER·PRIŚAN·TIA·R·VUS· 20 TAA·IUS·NUN·ΘERI 22 R·ŚVER·FALAL·(--)HUSILITULEVEL·ΘUR·T(--)S·C·LAV·TUN·IC·NISERIL·TUR·ZAES·XAΘ·CE¦P 23 ACUS·NAŚIEΘANUNARITUR·ZAE·S·XAΘ(--)NIS·(--)AV·TUN·IC·NIZUS·LE(--) ŚILACIIUL·E·SES·SAL·XE 24 I·CALAIEI·C·LEN[--]AI·STIZAI·TEI·Z L·RAPAZ(-----------)NIIAC·(--)V·TUN·IC·NISERIL·TUR·ZAE· 25 S·XAΘ·CELAXUΘ·NUN·ΘE(----)EI·(TU A·CAS·RILAX·Θ·TUR·ZAI·S·E·S·XA(-------)Θ A·CAS·EΘ·ZUS·LEVA 26 STIZAI·TEI·A·CAS·RIPACUS(----) EΘU LAΘIUMIAIZUS·LEI·ŚIXAIEI·T(--) TIRIIAI·FANUxEI·PEP·ΘIAI·RA 27 TUCEXINIAI·TEI·TUR·ZAE·S·XAΘ·CEE·Θ·(---7/8---) 28 PAR·ΘUNIILUCVEIŚVEI·TULETINUNUS·SEΘUM·SAL·C·ILUCUPER·PRICIPEN·TAR·TIRIAVACI[L]F 29 ULINUŚ·N (--------) 30 E·TULANATINUSNAL·ILUCUITUNAFULINUŚNAI·ΘENUN·TE·ΘU (----?) 31 MAC·VILULULEPAPUI·(-----)SEILU(-----)ΘAS·XRATUR·ZAE·S·XA(------)E RAPA 32 FUL(----20/22----)UM·(------21/23----)NIŚER·SIHEFINAPAPA 33 RIZAPAPAΘI(------51/53------)I·CE 34 TAL·(-----43/45-----)SAL·IX·RAXUΘ·TAR·X 35 UΘ·CISASIN·EZIA(--?--) 36 ZAL·ΘIRIE·I(-----54/56-----)TA 37 R·T(------58/60-----)RAS·CERUR 38 AZARUF-NI(------56/58--------) 39 (-----60/61-----)L 40 IŚV-I·T(-------58/60-----) HANA 41 X·HA(------58/60-------)IA 42 A·PER·TU(--------55/57------)PRINE 43 RA(------56/58----------)E 44 NITUL(------56/58-----)FANI 45 RIRIIA[------54/56-----]PRAI 46 (--------61/63--------)L 47 VACI(------------51/53----)ERI 48 NEI·(------58/60-------) RIΘN 49 AI·TUL·T(------52/54------) 50 (----------50/52-------)UTULE 51 E·S·X(--------57/59------)X-- 52 TU(------57/59------)T(--)UMA 53 XEI·(---)X(------57/59------)LATA 54 V·S(------57/59-------)E(---)ETEI· 55 CLI·SUT(---)UIN(----54/56----?)
57 M·CUI·TI(------52/54------)E·S· 58 XAΘ·(-------50/52------)US·A·CAS·CELUTU 59 A·PER·TUL(------56/58-----)ALE 60 CE(-----52/54-----)A·S·XA 61 NIS·C·LAV·TUNUI(---------) ZIXUN (----) 62 (------)ULIS·ZIXUN·CE LESSICO E COMMENTO ACALVE (TCap 21) significato quasi certo «in giugno» (probabilmente è una forma aggettivale). ACAS (TCap 15, 25, 58) significato quasi certo «facendo, lavorando» (in gerundio presente). Vedi ACASCE, ACASRI. ACASRI (TCap 4, 19, 25, 26) significato quasi certo «da fare» (in gerundivo). Vedi ACAS, ACASCE. ACUN (TCap 11) probabilmente «scaccia!» (imperativo sing.), da confrontare col greco agón «lotta», ágein «condurre». ZUSLE ACUN SIRICIMA «preghiera scaccia-sorcime». I sorci erano temuti sia per i danni fatti ai granai, sia perché il loro rodio era interpretato come di “cattivo augurio”. AI, AIUM (AIU-M) (TCap 2, 12) forse «(e) sì», da confrontare col lat. aio «dico sì» (DELL s. v. aio) (?). AIUS (TCap 20) probabilmente «di sì» (in genitivo). Vedi AI, AIUM. ALXU (TCap 10, 18) significato quasi certo «dato, donato» (DETR). Vedi ALC. ANP[EL]IE (TCap 18) significato quasi certo «Maggio», da confrontare con la glossa lat.-etr. Amphiles, Ampiles «Maggio» (ThLE 415) (probabilmente = «mese dei pampini» (DICLE s. v. pampinus). Vedi AMPELI, AMPNERI (Liber VIII 5). APERTULE (TCap 14, 21, 42, 59) probabilmente APER-TULE «(d)all'apertura» (del mese o del rito?) (in pertinentivo sing.), da confrontare col lat. aperire, che finora è di origine incerta (DELL, DELI, Etim). Vedi APERUCEM. AΦES (TCap 14, 15/16) significato compatibile col contesto «del/al Avo (Capostipite)» (in genitivo di dedicazione). Vedi AFRS. APIRASE (APIR-ASE) (TCap 8, 13) significato quasi certo «in aprile» (in dativo sigmatico temporale; LEGL 80). APIRE (TCap 11), significato quasi certo «(in) aprile». Una glossa latino-etrusca ci dà per questo mese il nome Cabreas, che probabilmente va interpretato come la deformazione di un originario *HAPR-. APIRES (APIR-ES) (TCap 8) significato quasi certo «di aprile» (in genitivo). ARA (TCap 13) significato probabile «fa'!, agisci!, opera!», imperativo debole sing. (LEGL 121). EI IŚUM UNIALΘ ARA «e non fare la stessa cosa nella festività di Giunone» (imperativo negativo). Vedi Liber III 17; VII 17, 23; VIII 29; X 20; XI 9. ARVUSTA (ARVUS-TA) (TCap 19/20) significato compatibile col contesto «il seminato, la messe» (col pronome-articolo enclitico), da confrontare col lat. arvum/s «terreno arativo, campo arato, seminato» (LEGL 103, DETR 57; DICLE 39). ASXA (TCap 60) significato compatibile «vaso» ed «ossario, urna cineraria», variante di ASKA (DETR 64). AΘENEICA (AΘENE-ICA) (TCap 12/13) significato probabile «la patera sacrificale» (con pronome-articolo enclitico), da confrontare col lat. attana, at(t)ena «vaso sacrificale di creta» (suff. -EN-), derivato dall'etr. AΘNA, AΘENE «vaso sacrificale» (Ernout 28; DELL sub voce atalla e a pag. 816; M. Pallottino, Saggi 614; ESL 305)] e da confrontare col greco áttana «vaso» (finora di origine ignota; DELG) (DETR 34, DICLE). ATU[xx]NE (TCap 15) probabilmente da ricostruire in ATU[M]NE col significato compatibile «autunno» e da confrontare col lat. autumnus «autunno» (già prospettato come di origine etrusca per via del suff. -mn-; Ernout 34; DELL; DELI) e da connettere con gli antroponimi etr. AUTAMENE e lat. Autumna (DICLE). AVΘLEΘ (TCap 12) probabilmente AVΘLE-Θ «nel tempio», da confrontare col lat. aedes, aedilis «tempio, relativo al tempio» (significato compatibile col contesto). CALAIEIC (CALAIEI-C) (TCap 24) significato compatibile col conteso «e nella fossa»; CALAIEIC LEN[IN]AI «e nella fossa riposante», cioè la tomba. CALUS (TCap 15) significato certo «Calus» (dio del mondo dei morti), da confrontare col lat. caligo, calligo,-inis «fumo, vapore, nebbia, caligine, tenebra, offuscamento, vertigine» (di origine incerta; DELL, DEI, AEI, DELI), *calus «oscuro» (DELL) e coi tosc. calena, calina «caligine, nebbia secca dei mesi estivi» e inoltre coi protosardi trígu calínu «grano afato, danneggiato e annerito dalla nebbia», gálinu «gracile, smilzo» (TETC 99, 270, 642; OPSE; DETR 85, DICLE) (probabilmente in genitivo di dedicazione). VANEC CALUS «e al/per il sotterraneo Calus». CANULIS (CANUL-IS) (TCap 18, 62) significato compatibile col contesto «con stilo, firma, scritta, iscrizione», da confrontare col lat. cannula «cannuccia, penna, stilo» (in genitivo). CAΘNIS (CAΘNI-S) (TCap 9, [22, 23, 61]) significato probabile «catino, bacile» (in genitivo). CELUTULE (CEL-UTULE) (TCap 13, 58) significato quasi certo «(d)al Cielo», in pertinentivo articolato di CEL «Cielo o Urano», da confrontare col lat. caelum, coelum, celum «cielo» (finora di origine ignota; DELL, DELI). CERURA (TCap 37) significato compatibile col contesto «fattura, fattura magica». Vedi CARESRI, CERINE, CERURUM, CURE (DETR). CEXINIAITEI (CEXINIA-ITEI) (TCap 27) significato compatibile «a/per la legge o norma» (in dativo articolato). Cfr. CEXANE significato quasi certo «legale, formale, normativo, giuridico-a» (aggett.), «rito, ufficio» (sost.) (LEGL 89) (Liber VII 7, 15). CI (TCap 3, 11, 16/2) significato certo «tre». CIIEI (TCap 14) significato certo «a tre», dativo di CI «tre» (DETR 107). CIIEI TURZAI «a /con tre pizzichi di incenso» da confrontare con CI TURZA «tre pizzichi di incenso» (TCap 16). CIM (CI-M) (TCap 4) (CI-M) significato certo «e tre». CIPEN (TCap 8, 28) significato quasi certo «sacerdote», da confrontare con CEPEN del Liber (VII 8, 9, 15, 21; X 3, 17, 18; XI 5) e col lat. cupencus «sacerdote di Ercole» (LEGL 45, 126; DICLE). CISASIN (TCap 35) significato compatibile «posa!, (de)poni!» (imperativo sing.), da connettere con CEŚU «posto, deposto». Vedi CEŚASIN, CESASIN (Liber X 19, 30). CLEVA (TCap 4) (Pirgi II) significato compatibile col contesto «offerta», da confrontare col lat. gleba, gleva «gleba, terra» (su cui versare liquidi sacrificali, sangue, vino, acqua), «zolletta o granello» (di minerali sacrificali, sale, incenso, mirra; ThLL) (LELN 159-160). Vedi CLEVANA, CLEVANΘ. CLISUT (TCap 55) vocabolo probabilmente monco e di significato ignoto. CUIESXU (TCap 8) significato probabile «acquietato, placato, in requiem», da confrontare col lat. quiescere «riposare» (DICLE 143). Cfr. RACVANIES. CUVEIS (TCap 9) significato compatibile «cavo», da confrontare col lat. cavus, *covus «cavo, vuoto» [finora di origine ignota (DELL, DELI, DICLE) e quindi di probabile origine etrusca] (per l'alternanza lat. a/o vedi LIOE, Norme 2). ECUNZAI (ECUN-ZA-I) (TCap 10) forse «al simulacro di idolo, all'idolo, al dio» (al diminutivo e in dativo), da confrontare col greco eikón,-ónos «icona, figura, immagine, simulacro, statua di idolo, idolo» (finora di origine non chiara; DELI). SACRI UTUS ECUNZAI ITI «da profetizzare secondo l’uso da quel Dio (Apollo)» venerato negli antri della Sibilla Cumana come dio della profezia o divinazione (?). EI (TCap 4, 13) significato certo «non». EI IŚUM UNIALΘ ARA «e non fare la stessa cosa nella festività di Giunone». EITIIA (TCap 14) (lo collego in questo modo) significato compatibile «causa», da confrontare col greco aitía «causa, motivo» (finora di origine incerta). RIΘ[NAI]TA EITIIA «a norma del rituale». ELFA (TCap 15) probabilmente «pane d'orzo», da connettere con ALΦAZEI «orzo, farina o pane d'orzo» (Liber) (significato compatibile col contesto). EPNICEI (TCap 14) probabilmente «per l’epinicio» in dativo), dal greco epiníkion «canto di vittoria o gloria». ESES (TCap 23) significato compatibile «di uguale» (in genitivo), da confrontare col greco ísos, éisos «uguale» (di origine incerta). Vedi ESIŚ (TCort 7). ESXAΘ, ESXAΘCE (ESXA-Θ-CE) (TCap 13, 18, 21, 22, 23, 24, 25, 27, 31, 33, 57/58) significato compatibile «(e) nel/con l'esca da accendere» (in locativo figurato e con la congiunzione enclitica), da confrontare col lat. esca. EΘ (TCap 12, 25, 27) significato certo «il-la» (pronome/articolo), «quello-a» (pronome» (DETR 131). EΘI (TCap 11) significato quasi certo «a questo-a», dativo di EΘ. EΘU (TCap 30) probabilmente «Idi», da confrontare col lat. Idus, Edus, Eidus (di origine etrusca; DELL) . Vedi ETULA, Itus. ETULA (TCap 30) probabilmente «idule», detto della pecora che si sacrificava nelle Idi di ogni mese, da confrontare col lat. idulis,-e (Festo 290). Vedi EΘU. EZIA[ (TCap 35) vocabolo monco e di significato ignoto. FACA (TCap 5) significato compatibile col contesto «propizio», forse da confrontare con l'umbro pacer «propizio» (?) (per l'alternanza F/P vedi LLE, Norme 3). FALAL[ZA] (TCap 22) significato probabile «colonnina» (in diminutivo), da confrontare col lat. fala «colonna, torre lignea di assedio» (DETR 441; DICLE; ESL 292). Saranno stati segnacoli di sepolture di bambini esitenti nel cimitero di Capua/Volturno. FANIRI (TCap 9/10, 38, 44/45) probabilmente «da consacrare» (in gerundivo). Vedi FANERI (Cr 8.1) , FANUSEI. FANUSEI (TCap 26) «a/per consacrazione, a/per benedizione». Vedi FANUŚE (Liber X 23) significato probabile «consacrazione», da connettere con FANU «tempietto, cappella, sacrario» e da confrontare coi lat. fanum (di origine incerta), fanare «consacrare» (Varrone, Lat. 6.54) (TETC 619; LELN 132; DETR 189, 442; DICLE). FULINUŚNAI (TCap 30) significato compatibile col contesto «al/per la fumata», quella dell’altare oppure quella dei vicini Campi Flegrei o infine dell’antro della Sibilla Cumana (in dativo); probabilmente da confrontare coi lat. fulina «cucina», fuligo,-inis «fuliggine» (DETR 168, 203; DICLE). Vedi VAIUSER, MARZA. FULINUŚNES (FULINUŚN-ES) (TCap 5/6, 28/29, 32) significato compatibile «della fumata» (in genitivo). HALX (TCap 4) significato probabile «vaso di rame o bronzo», da confrontare col greco chalkós «rame, bronzo» (finora di origine incerta; DELG). Vedi HALXZA (HALX-ZA) (Liber X 21) significato compatibile «vasetto di rame o bronzo», diminutivo di HALX (LEGL 88) . HALXTEI (HALX-TEI) (TCap 14) significato probabile «col vaso di rame o bronzo» (in dativo articolato). Vedi HALX. HAMAIΘI (HAMAI-ΘI) (TCap 9, 10) significato probabile «a Cuma» (greco Kyma/e), ma uguale a «Sibilla Cumana» (in locativo). Qualche autore ha favoleggiato su una località mitico-storica della Campania, chiamata *Hamae. HANAX (TCap 40) significato compatibile «ispirato, invasato-a», da confrontare con gli etr. HANU, FANU e coi lat. fanum, fanulum, hanulum «tempio, tempietto», fanaticus «ispirato, invasato» (DETR 189; DICLE 81). HEFINA (TCap 32) probabilmente «debole, smorto, oscuro, scomparso», da confrontare col lat. hebere «essere pallido, debole, oscuro» (finora di origine incerta; DELI) (significato compatibile col contesto). HIVUS (TCap 16) probabilmente HIVU-S «(di) massaggio» (in genitivo), da confrontare col lat. figere, antico fivere «premere» (DELL) (significato compatibile col contesto). HIVUSTRA (HIVUS-TRA) (TCap 17) probabilmente HIVU-S-TRA «insieme di massaggi» (significato compatibile col contesto). Vedi HIVUS, -TRA. HUŚI (TCap 18) (lettura dello Stoltenberg e del Rix). ŚANTI HUŚI significato compatibile «al biondo Bambino» (in dativo), cioè MARIS probabilmente = greco Érhos «Amore, Cupido». Cfr. MARIS HUSRNANA «Maris bambino» (DETR 271). Vedi HUSLNA. HUSILITULE (HUSIL-ITULE) (TCap 22) significato probabile «per l’infanzia» (in pertinentivo); è probabile che nel cimitero esistesse una zona riservata ai bambini deceduti. Vedi HUŚI, HUSLNA. HUΘ (TCap 9) significato certo «quattro». HUX (TCap 18) significato compatibile «qui, a questo punto, ora, adesso», forse da confrontare col lat. huc. IA (TCap 12, 12, 14) probabilmente «sia ... sia». IANE (TCap 6) significato quasi certo «Giano», da cui è derivato il lat. Ianus, dio della ianua «porta aperta o chiusa» (finora di origine incerta; DELL) (DETR, DICLE 97). Vedi ANIAΧ. ICEI (TCap 4, 14) significato probabile «a/per questo/quello-a», dativo del pronome ICA «questo/quello-a». ICNI (TCap 22, 23, 24, [61]) corrisponde al gentilizio lat. Ignius, documentato realmente nella vicina Irpinia (Schulze, 1991 pg. 191; RNG), da confrontare col lat. ignis «fuoco» (DELL). LAVTUN ICNI «gens o famiglia Ignia», la quale molto probabilmente aveva donato al tempietto del cimitero, con apposita iscrizione (CANULIS), sia la Tabula di terracotta sia un catino di metallo (CAΘNI) . ILUCU (TCap 8, 14, 19, 28, 30) (Po 4.4 defixio) probabilmente «lamento o nenia funebre», da confrontare col greco élegos, elegeĩon «lamento, canto o nenia funebre» (di origine anatolica oppure pelasgica) (da cui il lat. elogium «distico elegiaco» e «iscrizione sepolcrale, epitaffio»). Vedi ILUCVE, ILUXU. ILUCVE (TCap 8, 18, 19, 21, 28, 31, 40) significato probabile «canti o nenie funebri», plur. di ILUCU. ILUΧU (TCap 1), variante di ILUCU. INPA (TCap 15, 19) «nel quale, in cui»; (Defixio) significato quasi certo «che, il/la quale, lo/la», accusativo di IPA. INTE (TCap 9, 10) probabilmente IN-TE «nel/nello-a», locativo del pronome IN «esso-a», «lo, la». INTE HAMAIΘI «nella (città di) Cuma». IŚVEITULE (IŚVE-ITULE) (TCap 8, 18, 28, 40, 56) significato compatibile coi contesti «per la consacrazione» (in pertinentivo sing.), da confrontare con EIS «dio», EISNA «divino». Cfr. ESVITLE (Liber). IŚUM<A>, IŚUM, (TCap 11, 13) probabilmente IŚU-M «e lo stesso, e la stessa cosa», da confrontare col greco ísos, éisos «uguale» (finora di origine incerta; DELG). Vedi ESES (TCap 23), ESIŚ (TCort 7). ITAL (TCap 10) «di questo, quello-a», genitivo del pronome ITA. Vedi TAL. ITI (TCap 57) significato quasi certo «a questo/quello-a», dativo del pronome dimostrativo ITA (DETR 225). ITIR (TCap 21/22) probabilmente ITI-R «a questi-e», dativo plur. del dimostrativo ita. ITNA (TCap 6) procedo ad emendarlo in ITUNA. ITUNA (TCap 6, 30) probabilmente «idoneo, adatto-a, conveniente», da confrontare col lat. idoneus, che, essendo di origine ignota (DELL), potrebbe derivare proprio da questo vocabolo etrusco. IUZIE (TCap 21) (segmentazione mia) significato compatibile «giustamente, meritatamente», da confrontare col lat. ius, iuste. IX (TCap 34) significato certo «come, così». IXNAC (TCap 5) «così come». LARUNS (LARUN-S) (TCap 18) significato certo «di/a Larun, Laran, Ares, Marte», dio etrusco della guerra e seminatore di morte (DETR 239, 246) (in genitivo di dedicazione). LARUNS ILUCU «nenia funebre a Larun». LAΘIUMIAI (TCap 26) significato compatibile col contesto «al/per la latomia, al/per l’antro» della Sibilla Cumana (in dativo) , da confrontare col greco latomía (DETR 237; DICLE 204). Vedi SACA. LAVTUN (TCap 22, 23, 24) significato certo «gente, famiglia», = lat. gens, da confrontare con l’indeur. *leudh- «stirpe» (DETR 249). Vedi LAUTN. LAVTUNUI (TCap 61) significato certo «al/per la gens o famiglia» (in dativo). LAXUΘ, LAX[U]Θ (TCap 25/2) significato compatibile «nella fossa» (sacrificale o tombale?) oppure «nella favissa» (?), da confrontare col lat. laccus «fossa, cisterna», che deriva dal greco lákkos (DELL) (DETR 251, DICLE). LEN[IN]AI (TCap 24) probabilmente «di requiem» (= tombale) , da confrontare col lat. lenis «lene, lieve, calmo, tranquillo». LEΘAMSUL (TCap 3, 6, 8, 12, 19, 21) significato quasi certo «di/a Lethe» (in genitivo anche di dedicazione), dal greco Lēthēn, dorico Láthan «fiume infernale dell’oblio e quindi Ade, regno dei morti» (in accusativo, il caso più frequente); da questo vocabolo etrusco probabilmente è derivato il lat. let(h)um «morte», il quale finora era di origine incerta (DELL, DICLE, LIOE 47); in epoca più recente sarebbe stato *LEΘAMSL. Cfr. CULSANSL, CLEUSINŚL, CLEVSINSL, KLANINŚL, SELVANSL. LUNAŚIE (TCap 5) significato compatibile col contesto «lunare, mensile» (per il Lattes = Luna), da confrontare col lat. luna (*louksna) e con l’etr. LUSΧNEI «Luna» (divinità) (su vaso, accanto alla figura della luna) (TETC 290; DETR 263, DICLE). MAC, MA[C] (TCap 21, 31, 50) significato certo «cinque». MARZA, MARZAC (MAR-ZA-C) (TCap 10, 7) significato compatibile «bacile» (al diminutivo), da confrontare col lat. mare «grande recipiente». SCUVUNE MARZAC SACA «e il bacile presenta la Profetessa» (la Sibilla Cumana). Le profetesse o Pitonesse e le Sibille per le loro profezie si facevano prima inebriare da esalazioni di sostanze bruciate o bollite in un bacile, in genere un tripode, oppure da esalazioni sulfuree naturali, quelle dei vicini Campi Flegrei (cfr. FULINUŚNAI). MARZA INTE HAMAIΘI da confrontare con SNUZA INTE HAMAIΘI (TCap 9). MULU (TCap [4/5], 6, 18) «dato, donato, regalato, fatto oggetto di dono», participio passivo. NAC, IX NAC (TCap 5) significato certo «così come». NATINUSNAL (NATINUSN-AL) (TCap 30) «del/alla Discordia» (divinità) (M. Pallottino) (in genitivo di dedicazione), da confrontare col lat. natina «discordia» (DELL s. v. *natinor) (DETR 294, DICLE) (suff. –in-). NIΘUSC (NIΘU-S-C) (TCap 16) significato compatibile «di nettezza o pulizia», da confrontare col lat. nitidare «lavare» (in genitivo e con la congiunzione enclitica). NUNΘCU (TCap 14) significato compatibile «celebrato». Vedi NUNΘERI. NUNΘERI (TCap 11/2, 12, 20, 25, 47) significato probabile «da annunziare, pronunziare, promettere, recitare, pregare, invocare, celebrare» (in gerundivo), da confrontare col lat. nuntiare «annunziare, pronunziare», il quale, essendo di origine ignota, può derivare proprio da questo verbo etrusco (Liber II 20; III 19; IV 7, 11, 15; V 11, 19, 20; VIII 31; IX 8, 19; XI 6). PACUS[NAŚI]EΘU[R] (TCap 26) significato probabile «collegio od ordine bacchico». PACUSNAŚIE (TCap 22/23) probabilmente «nel mese dedicato a Bacco», forse “novembre”, mese della pigiatura dell'uva. PAPA (TCap 32) significato compatibile «nonno, avo» (M. Pallottino), da confrontare col lat. pappus «nonno» (TETC 96, LEGL 86; DETR 307; DICLE; ESL 370). PAPAΘI (TCap 33) (PAPA-ΘI) probabilmente «nell’avo» (locativo di PAPA). RIZA PAPAΘI «radice nell’avo». Oppure, in subordine, «nella pappa dei polli sacri» (significati compatibili col contesto). PAPUI (TCap 31) significato compatibile «al/per l’Avo», dativo di PAPA. PARΘUMI (TCap 28) probabilmente «al/per il parto» delle donne e del bestiame, derivato dal lat. partus (in accusativo, il caso più frequente). Cfr. LEΘAMSUL, CLETRAM, CRISIΘA, LEITRUM, LEΘAM, LEΧTUMUZA, PRUΧUM). PEPΘIAI (TCap 26) significato compatibile «a/per maturazione (dei frutti)» (in dativo), probabilmente da confrontare col greco péssein, péptein «cuocere, maturare». PERPRI (PERP-RI) (TCap 8, 13, 19, 21, 28) significato probabile e compatibile col contesto «da intonare» (in gerundivo). PICASRI (TCap 5), PICASNI (TCap 6, da emendare) significato compatibile «da assegnare» (in gerundivo), probabilmente da confrontare col lat. parlato picare «attaccare» (REW 6477). RACVANIES (TCap 9) significato compatibile «di requiem», da confrontare col lat. requiescere «placarsi, riposare». Vedi CUIESXU. RAPA (TCap 24, 31) probabilmente «rapa, rape» (ortaggio che entrava in ampia misura nell’alimentazione degli antichi e che aveva qualche nota di sacralità o di magia, dato che continuava a mangiare in cielo le rape lo stesso Romolo), da confrontare col lat. rapa «rapa» (di incerta origine indeur.; DELL, AEI, DELI, Etim) (LELN 226; DICLE 145). RATU (TCap 26/27) «ratificato, legalizzato, secondo legge o norma», da confrontare col lat. ratus «ratificato, legalizzato» (TCL 38) (TCort; Liber RATUM). RAXUΘ (RAXU-Θ) (TCap 34) significato probabile «a destra». Vedi RAXΘ (Liber). RIIA (TCap 45) vocabolo monco e di significato ignoto. RIΘNAITA (RIΘNA-ITA) (TCap 12, 14) «il rituale, il Libro Rituale» (aggettivo sostantivato, con l’articolo enclitico), da confrontare col lat. ritus e coi Libri Rituales (Cicerone, Div. 1.72; Ammiano Marcellino 29.1.29). RIΘNAITULA (RIΘNA-ITULA) (TCap 16, 16/17) «del rituale» (in genitivo articolato). RIΘNAITULTEI (RIΘNA-ITUL-TEI) (TCap 9, 10, 49) «secondo il rituale» (in dativo articolato). RIΘNAITULTRAIS (RIΘNA-ITUL-TRA-IS) (TCap 15) «dei (Libri) Rituali» (con la desinenza collettiva in genitivo). RIZA (TCap 33) significato compatibile «radice, stirpe, famiglia, gens», da confrontare col greco rhíza «radice, stirpe, famiglia», finora di origine confusa (DELG, DELI). RIZILE (TCap 5, 6, 19) significato compatibile «familiare, di/della famiglia o gens», da RIZA «radice, stirpe, famiglia». CANULIS MULU RIZILE probabilmente «donato con scrittura della famiglia» (la gens Ignia, indicata nelle righe 22, 23, 24 come ICNI). SA (TCap 2, 21) significato certo «sei» (numerale), da confrontare col lat. sex (TETC, TLE 181, LEGL 94, TCL capo V). SACA (TCap 7) significato compatibile «Profetessa» (= la Sibilla Cumana), da confrontare col lat. saga «indovina, profetessa, maga». La Sibilla Cumana, che aveva i suoi antri vicinissimi a Capua, entrò nelle leggende relative a Tarquinio il Superbo, re etrusco di Roma, dato che gli avrebbe venduto gli ultimi tre “Libri Sibillini”. Questi fino ad Augusto furono conservati con grande cura e consultati con attenzione dai sacerdoti romani. Vedi SACRI, SAXIIA. SACRI (SAC-RI) (TCap 10) significato probabile «da profetizzare» (in gerundivo). Vedi SACA. SALXEI (TCap 23/24) probabilmente da emendare in SAXIIE «magia, potenza magica» (vedi). SAVCNES (TCap 2, 6) significato quasi certo «del sacrificio», letteralmente «dell’uccisore o uccisione», da confrontare col lat. sauciare «ferire, colpire, fendere» (sinora di origine ignota; DELL). Vedi SACNICLERI, SACNISA (Liber). SAVLASIE[ (TCap 4) significato compatibile «Salio, Saliario» («proprio dei Sacerdoti Salii»). ŚUNI SAVLASIE «canto o carmen saliario». I Sacerdoti Salii, che procedevano “a salti” (probabilmente come fanno tuttora i Mammuthones, maschere carnevalesche di Mamoiada in Sardegna) ed avevano origine nella città etrusca di Veio. Cfr. gentilizio lat. Salasius (RNG). SAVLASIEIS (SAVLASI-EIS) (TCap 5) significato compatibile col contesto «per il (corteo) Saliare» (probabilmente in ablativo) . SAXIIE (TCap 2) probabilmente «magia, potenza magica», da confrontare col lat. saga «maga, indovina, strega». Vedi SACA, SALXEI. SCUVSE (TCap 10) probabilmente SCUV-SE «per offerta», in dativo sigmatico (significato compatibile col contesto). Vedi SCUVUNE, SCVETU. SCUVUNE (TCap 7) significato probabile «(con)cede, consegna, offre, presenta» (indicativo presente, 3ª pers. sing.). Vedi ŚCUNE. SERIL (TCap 22, 24) significato compatibile «della serie, della discendenza», da confrontare col lat. series anche «linea di discendenza» (Properzio 4.11.69; Ovidio, Pont. 3.2.100) (DETR). Vedi ZERI. SEΘUMSALC (SEΘUMSAL-C) (TCap 28) probabilmente «e del settimanale», in subordine «e del settennale». Vedi SEΘUMATI (Liber). ŚANTI (TCap 18, 19, 21) probabilmente «giallo, biondo-a», da confrontare col greco xanthós «giallo-a», finora di origine ignota, ma probabilmente pelasgica (DELG) (Liber X 21, 29). ŚILACIIUL (ŚILACII-UL) (TCap 23) significato compatibile «(di) consolazione, conforto», da confontare col lat. solacium «consolazione, conforto», solari «consolare, confortare,», finora di origine ignota (DELL, DELI) (significato compatibile col contesto). ŚIPIR (TCap 3) significato compatibile «rosmarino», da confrontare col (proto)sardo síppiri, tzíppiri, thíppiri, típpiri «rosmarino», che deriverebbe dal punico zibbir e che lo Pseudo Apuleio (80, 31) attribuisce ai Punici (DETR 376). Il rosmarino era fra i profumi bruciati durante i sacrifici. SIRICIMA (TCap 11) probabilmente «quantità di sorci, sorcime», da confrontare col lat. sorix,-icis «sorcio», di probabile origine etrusca (PhIL 133). ZUSLE ACUN SIRICIMA «preghiera scaccia-sorcime». I sorci erano temuti sia per i danni fatti ai granai, sia perché il loro rodio era interpretato come di “cattivo augurio”. Ed esisteva un dio, addirittura Apollo (citato nella riga 10 precedente) delegato alla distruzione dei sorci, detto Sminteo (etr. ISMINΘIAN, SMINΘE). ŚIXAIEI (TCap 26) significato compatibile «in silenzio» (in dativo), da confrontare col greco sĩga «silenzio» (finora di origine incerta; DELG). ŚUNI (TCap 4) significato compatibile «suono, canto», da confrontare col lat. cycni sonus «canto del cigno» (Orazio, Carm. 4.3.20). Cfr. SUNTNAM ŚURI (TCap 3) significato probabile «Suri», dio del mondo dei morti e della divinazione (lamina plumbea di Magliano). Compare anche in alcune sortes (laminette oracolari) e pertanto è probabile che sia da connettere col lat. sors, sortis, che è di origine incerta (DICLE 162; non può essere connesso col lat. serĕre, che indica un'operazione del tutto opposta: «compaginare» rispetto a «scompaginare»). Vedi ŚURIS, SURIŚ, TUŚURΘI. SNE[NA]ZIULAS (TCap 17) significato compatibile «del servizio (termale)» (in genitivo), da confrontare con SNENAΘ «ancella, serva» (DETR). SNENAZIULASTRA (SNENAZIULAS-TRA) (TCap 16) significato compatibile «insieme di servizi, servizi (termali)» (DETR). SNUZA (SNU-ZA) (TCap 9) significato compatibile «vasetto» (al diminutivo), da confrontare col lat. sinum/us «vaso, recipiente», di probabile origine etrusca (DICLE 160). SNUZA INTE HAMAIΘI da confrontare con MARZA INTE HAMAIΘI (TCap 10). STIZAITEI (TCap 24, 26) significato compatibile «al/per il segno» (in dativo articolato), forse da confrontare col greco stízein «segnare, marchiare». ŚVER (ŚVE-R) (TCap 22) forse «tutti-e», plur. di SVE (?). TAR (TCap 3, 16, 26, 28) probabilmente «dieci». CI TAR «tredici» (già conosciuta la formula CI ŚAR «tredici»; LEGL 94): già da epoca etrusca dunque il numero 13 aveva una valenza magico-sacrale negativa. TARXUΘ (TCap 34/35) probabilmente da emendare in TARXUNΘ «Tarconte», mitico personaggio della “religione rivelata” degli Etruschi e dio eponimo di Tarquinia, da connettere con quello luvio-ittita Tarchunt «dio delle tempeste» (DETR 394, 395). ΘAMCU (TCap 56/57) significato probabile «disposto» (DETR 207). Vedi ΘAMUCE «dispose» (Pirgi II). ΘANURARI (TCap 23) significato probabile «a Thanr» (M. Pallottino, M. Cristofani 70) (dea propiziatrice del parto e quindi della nascita e della morte; DETR 209) (in dativo). ]ΘASXRA (TCap 31) vocabolo monco e di significato ignoto. ΘENUNT (TCap 30) significato compatibile «tenente, corrente» (participio presente) da confrontare col lat. tenere. ΘENUNT EΘU «Idi correnti». ΘIRIE (TCap 36) significato probabile «con infausto presagio», da confrontare col lat. dirae,-arum «infausti presagi, maledizioni», finora di origine incerta (DELL) (probabilmente in ablativo). Vedi TIRIA. ΘUΘCU (TCap 3) significato compatibile col contesto «tutelare, protettivo». Vedi ΘUTA, TUΘINA. TINIANTULE (TCap 19) significato compatibile «per il divo», letteralmente «per quello di Tinia» (in pertinentivo). TINIANTULE LEΘAMSUL «al divo Lethe». TINUNUS (TCap 28) forma arcaica di TINS «di/a Tin(i)a» e da emendare TIN<UN>US? TIRIA (TCap 2, 3, 16, 26, 28, 34(?), 36, 37) significato probabile «infausto presagio», da confrontare col lat. dirae,-arum «infausti presagi, maledizioni», finora di origine incerta (DELL). Vedi ΘIRIE. TIRIIAI (TCap 26) significato probabile «all'infausto presagio», dativo sing. di TIRIA. TURZA (TUR-ZA) (TCap 13, 16, 22, 23, 24, 27, 31, (33 ?) significato quasi certo «pizzico di incenso», diminutivo di TUR(A) «incenso». TURZAI (TCap 14, 24) significato probabile «al pizzico di incenso» (in dativo sing., ma plur. per la “flessione di gruppo”). TURZAIS (TCap 25) significato probabile «col pizzico di incenso» (in ablativo sing.). UNIALΘI, UNIALΘ (TCap 13, 13 ) significato probabile «nella festività di Giunone» (in locativo temporale; LEGL 143) (anche nel Liber). UTUS (TCap 10) significato compatibile «di/per uso, secondo l’uso» (in genitivo), da confrontare col lat. uti «usare» (finora di origine incerta; DELL, DELI). Vedi UTINCE, UTUŚE (DETR 434; DICLE). VACIL (TCap 1, 3, 5, 6/2, 12, 14, 28, 47) significato quasi certo «rito, officio, cerimonia». Vedi VACAL, VACL. VAIUSER (TCap 16, 17) significato compatibile «di Baie» = lat. Baiae,-arum, famosa località termale vicina a Napoli e a Capua. RIΘNAITULA SNENAZIULASTRA VAIUSER «con i rituali servizi di massaggio e di pulizia (delle terme) di Baie», le quali di certo avevano anche un carattere sacrale e quindi pure un rituale particolare. Si deve precisare che tutta la zona dei Campi Flegrei, per i suoi fenomeni delle fumarole, delle acque termali e degli antri (della Sibilla Cumana) era vista sotto un aspetto sacrale, tanto è vero che in quei siti si riteneva che fosse l’Averno, entrata del mondo degli Inferi (Lucrezio 2.668). In questa sua caratteristica alla zona non poteva non essere interessato il «calendario funerario», contenuto nella Tavola di Capua. Vedi FULINUŚNAI. VANEC (VANE-C) (TCap 15) probabilmente «e sotterraneo», da connettere con gli antroponimi etr. VANA, VANIA e da confrontare col lat. vanus «vano, vuoto, sotterraneo-a» (DETR 141; DICLE) (significato compatibile col contesto). [V]ELΘRITEC ([V]ELΘRITE-C) (TCap 56) probabilmente «e nel (pileo di) feltro». Vedi VELΘRE (Liber VII 2). VELΘURT (VELΘUR-T) (TCap 22) significato probabile «in Volturno/Capua» (K. Olzscha) (in locativo); Capua aveva anche il nome di Volturnum/s (TIOE 77). VILUTULE (VIL-UTULE) (TCap 21, 50), VILULULE (TCap 31) (da emendare in VILUTULE) significato compatibile «per il villaggio» (in pertinentivo), da confrontare col lat. villa (di probabile origine etrusca; ESL 148) (la vulgata derivazione da vicus urta in difficoltà; DICLE). MAC VILUTULE ITIR «per i cinque villaggi», forse tre citati, direttamente o indirettmente, nella Tabula: Capua, Baie, Cuma/Volturno, i quali tutti avranno costituito un'unica comunità religiosa. VINAIΘ (VINAI-Θ) (TCap 15) significato probabile «vignaiolo». Vedi VINA-C (TCort ½); cfr. ZATLAΘ «guardiano»; ZILAΘ, ZILAT «pretore»; RAΘLΘ «Saettatore»; SNENAΘ «ancella»; TEVARAΘ «giudice»; TRUTNVT, TRUTNUΘ «osservatore». ZAL (TCap 24, 24, 36) significato certo «due». ZARU (TCap 38) probabilmente «decimo-a», da connettere con ZAR «dieci» (LEGL 94). ZIXUN, ZIXUNCE (ZIXUN-CE) (TCap 61, 62) significato quasi certo «(e) scrivi!» (imperativo sing.), da confrontare con ZIXNE «segna(no), contrassegna(no)» e col lat. signum «segno, contrassegno» (finora di origine incerta; DELL) (DETR 183). ZIZRI (TCap 19) vocabolo di significato ignoto, probabilmente è un verbo al gerundivo. ZUSLE (TCap 9, 11, 23) significato probabile «preghiera» (nel Liber ZUŚLE). ZUSLEI (TCap 26) significato probabile «al/per la preghiera» (in dativo sing.). ZUSLEVA (TCap [3], 15, 23, [24], 25) significato probabile «preghiere» (plur.). ZUSLEVAI (TCap 11) significato probabile «al/per le preghiere» (dativo plur.). ZUXNE (TCap 14) significato probabile «sociale, comunitario», da confrontare col lat. sociennus «socio, compagno» (già prospettato come di origine etrusca; Ernout 25, ESL 463). Vedi antroponimi etr. SUCN(-EI), ZUCENA (suff. -nn-) (DETR 183, 385; DICLE). *** ***Estratto migliorato dall’opera di Massimo Pittau, I grandi testi della Lingua Etrusca - tradotti e commentati, Sassari 2011, Carlo Delfino editore.
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