IL FEGATO DI PIACENZA
Prof. MASSIMO PITTAU
PREMESSA Il «fegato di Piacenza» è un modellino in bronzo di un fegato di
ovino, trovato nel 1877 propriamente a Gossolengo, in provincia di
Piacenza. Esso è molto importante sia dal punto di vista della
religione degli Etruschi, sia da quello della loro lingua. Infatti
porta inciso in lingua etrusca e dentro apposite 40 caselle, il nome di
alcune decine di dèi e di semidei o “teonimi” e doveva avere, rispetto
alla «disciplina etrusca» e, più di preciso, alla aruspicina od
epatoscopia, la finalità di sussidio mnemonico ad uso dell'aruspice e
di sussidio didattico a vantaggio dei discepoli-apprendisti. Questo
modellino bronzeo di fegato trova riscontro in altri trovati in Etruria
ma fatti di terracotta, del tutto simili, a quelli trovati, in numero
di circa 30, nella lontana Babilonia. E questa notevole corrispondenza
costituisce evidentemente una importante conferma dell'origine
medio-orientale degli Etruschi. C'è poi da osservare che, per mancanza di spazio nelle rispettive
caselle, quasi tutti i teonimi risultano abbreviati; e noi questa
abbreviazione l'abbiamo ricostruita con l'uso tradizionale delle
parentesi tonde.
Testo e traduzione [caselle o siti] lato A 1 TIN(S) CILEN(SL) «(di) Tinia (di) Notturno»
lato B 1 USILS «del Sole» LESSICO E COMMENTO ALP(NU-) (14) «(di) Grazia» abbreviazione di ALP(A)NU, nome di una delle Lase, accompagnatrici di TURAN «Venere», probabilmente le “Grazie” (DETR 40). CAΘ (8) abbreviazione di CAΘA(S). CAΘA(S) (23) «di Catha» è la divinità femminile del sole, che Marziano Capella chiama filia Solis (TLE, TETC 131, 190, 373, 622, 823) (A. Maggiani e E. Simon, op. cit.). CELS (13) «del Cielo o Urano». L’iscr. MI CELŚ ATIAL CELΘI va tradotta «io (sono) della Madre del Cielo (Urania), (che sta) in cielo» (incisa su 5 statuette bronzee di offerenti) (TLE, TETC 625). CILENSL, CILEN(SL) (1, 16, 36) «di Notturno» (lat. Nocturnus «Dio della Notte»), con una corrispondenza suggerita dalla sequenza delle divinità indicata da Marziano Capella (cfr. A. Maggiani e E. Simon, Il pensiero scientifico e religioso, in M. Cristofani, Gli Etruschi ecc., pgg. 139-141). CVL(SANSL) (14) «(di) Giano», abbreviazione del nome del dio bifronte CULSANS, che era analogo al lat. Ianus (TLE, TETC 640). FUFLUNS(L), FUFLU(N)S(L) (9, 24) «(di) Libero o Bacco», dio del vino (TLE 336). HERC(LES) (29) «(di) Ercole». LAR(ANS) (26) «(di) Laran o Marte», dio etrusco della guerra (Ta S.10; Vs S.14, 16; AV S.5; Po S.1; Cl S.13; OI S.60-63, 68). Vedi LARANS, LARUNS. LASL (19) «della Lasa, genitivo di LASA, che era il nome di divinità femminili di ordine inferiore, accompagnatrici di altre superiori. LETA(MSL), LEΘA(MSL), LEΘAM(SL) (27, 32, 37) «(di) Leda» (?), moglie di Tindaro e madre dei Dioscuri, dal greco Lédan, in accusativo (il caso più frequente) (GTLE 161). Vedi LEΘAMSUL. LEΘNS(L), LEΘN(SL) (11, 18) «(del) Lethe» (?), dal greco Lēthēn «fiume infernale dell’oblio e quindi regno dei morti» (in accusativo, il caso più frequente); da questo vocabolo etrusco probabilmente è derivato il lat. let(h)um «morte», il quale finora era di origine incerta (DELL, DICLE, LIOE 47). LVSL (6, 34) «del Liberatore» o «dell'Ambiguo» (?) potrebbe corrispondere al greco Lysios «il Solutore, il Liberatore», che era un epiteto di Dioniso/Bacco (in genitivo). In subordine si potrebbe richiamare il greco Loxías «l'Ambiguo», epiteto di Apollo, che veniva denominato in questo modo per le risposte ambigue dei suoi oracoli. Se questa seconda interpretazione fosse esatta, verrebbe tolta l'incongruenza costituita dall'assenza, nel testo del fegato, di un dio tanto importante come era Apollo, sicuramente conosciuto dagli Etruschi, come dimostrano anche numerosi testi scritti, che registrano il suo nome come APULU od APLU. MAE(S) (4) «(di) Maia» (?), che era la madre di Mercurio e una delle Pleiadi. MAR, MARI (30, 39) abbreviazione di MARISL. MARISL (26) «di Maris», dio probabilmente uguale al greco Érhos «Amore, Cupido» (in genitivo) (DETR 271). METLVMΘ (38) «nella federazione o nella città-stato» (in locativo) (TLE, TETC 99, 131). NE, NEΘ (3, 7, 22, 28) abbreviazione di NEΘUNS «Nettuno». SAT(U)R(N)ES (35) «di Saturno» (in genitivo). SELVA(NSL) (10, 31) «(di) Silvano» (TLE, TETC 504, 559, 641, 696; LELN 233). TECVM(-) (5) «(del) Protettore» (?) è un dio finora sconosciuto, che è nominato anche nel Liber linteus (XII 5) come TECUM; ma potrebbe essere un epiteto di Tinia “protettore”, da connettere coi lat. tegere, tegumentum (?). ΘUFLΘAS (21) «di Thufultha» (dio dell'inferno, Satana); è al genitivo. ΘVF (2, 3, 20, 22) abbreviazione di ΘVFLΘAS. TINS, TIN(S) (1, 2, 3) «(di) Tin(i)a» (in genitivo), che era la suprema divinità maschile degli Etruschi, corrispondente a Iupiter dei Latini ed a Zeus dei Greci (TLE, TETC 290, 608, 657). TIV(R)S (B 2) «della Luna» (TLE, TETC 181, 718, 748), da confrontare con l’ittito tine «luna e mese» e col lat. Diana «Luna» (DELL; LEGL 73, 98; DETR 403). È da precisare che questo vocabolo risulta inciso nella parte posteriore del fegato. Vedi TIUR; cfr. USILS. TLUSCV(-), TLUSC(V-) (12, 33, 40) «(dell') Inferno» (?), abbreviazione di ΘLUPCVA «gli Inferi, i Morti» (?). TUR(NS) (17) «(di) Turan o Venere». TVNΘ(LES) (25) «(di) Tindaro», che era il padre dei Dioscuri. Vedi TUNTLE(S). UNI(AL) (4) «(di) Giunone». USILS (B 1) «del Sole» (in genitivo). È da precisare che anche questo vocabolo risulta inciso nella parte posteriore del fegato. Vedi TIV(R)S. VELX(ANAS) (34) «(di) Vulcano». VETISL (15) significato certo «di Vedio o Veiove» (in genitivo) = lat. Vedius, Vediovis, Veiovis divinità infernale (A. Maggiani e E. Simon, op. cit.). *** ***Estratto migliorato dall’opera di Massimo Pittau, I grandi testi della Lingua Etrusca - tradotti e commentati, Sassari 2011, Carlo Delfino editore.
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